In questa pagina trovi alcuni consigli che (indipendentemente da dove acquisterai, ovvio noi speriamo che sceglierai i nostri prodotti) ti aiuteranno a scegliere la scala a chiocciola più giusta per la tua nuova casa o il tuo progetto di ristrutturazione. Sì, perché ci siamo accorti che per quanto semplice, rispetto ad altri tipi di scale, anche la chiocciola può far sorgere molti dubbi. Ed è proprio dalle domande che ci fate, quando entrate in contatto con l’intricato mondo delle scale, che abbiamo tratto ispirazione per stilare questo elenco.
Come faccio a sapere se ho abbastanza spazio per mettere una scala a chiocciola?
La risposta più veloce e immediata a questa domanda è: misura il foro che hai a disposizione e togli 5 cm. Il risultato è il diametro massimo che è possibile installare in quel foro. Di solito infatti è buona prassi scegliere un diametro leggermente inferiore rispetto alla luce del foro in modo da avere del margine per gestire eventuali irregolarità nel muro o piccoli errori di misura.
Ok, ma esiste in commercio o è possibile realizzare una scala a chiocciola delle misure che mi servono?
Qui la questione diventa più complicata, perché entrano in gioco diversi fattori che definiscono le misure minime sotto le quali una scala a chiocciola non può essere realizzata. Potremmo spiegare tutto nei minimi dettagli, ma andiamo subito al punto.
Per quanto riguarda le chiocciole a pianta tonda il diametro minimo è 110/120 cm mentre una quadrata può arrivare a un minimo di 100 cm.
Questi parametri sono stabiliti nella UNI 10804 del 1999 che traccia le linee guida per la corretta progettazione. Ma è anche una questione ergonomica, perché diametri più piccoli di quelli sopracitati alla fine non permettono il passaggio di una persona.
Per un approfondimento sul tema visita https://www.rintal.com/approfondimenti/dimensioni-delle-scale-chiocciola/.
E se invece il foro è ancora da fare o devo installarla in un soppalco?
In questo caso è meglio prima scegliere come si vuole fare la scala e ragionare di conseguenza. Il consiglio è quello di cercare sempre il giusto equilibrio fra ingombro e comodità. Basti pensare che una scala a chiocciola di 120 cm offre un passaggio utile medio di 40/45 cm. Quindi a meno ché non si abbia veramente poco spazio è meglio optare per diametri maggiori e quindi realizzare le opere murarie necessarie.
Per quanto riguarda invece il range di dimensioni disponibili, queste variano in base al produttore, ma è prassi proporre diametri con una progressione di 10 cm in 10 cm. Quindi 120, 130, 140, 150, 160 e così via fino a 180/200 cm a seconda del modello. Ovviamente è possibile anche realizzarle su misura, la spesa però risulterà sicuramente maggiore.
Meglio una chiocciola tonda o una quadrata?
Dipende dalla forma del foro e dalle caratteristiche del vano. Anche se non è così automatico come potrebbe sembrare è sempre meglio mantenere una corrispondenza fra forma del foro e quella della scala. Quindi tondo con tondo e quadrato con quadrato, rispettando sempre i 5 cm di abbondanza.
E se il foro è ancora da fare, lo faccio tondo o quadrato?
Se state ristrutturando o la casa è in costruzione e il foro è ancora da fare, cambia tutto. La scelta dipende dalla scala che preferite e dalle caratteristiche del vano. Nella valutazione però è fondamentale considerare anche le diverse caratteristiche funzionali delle due tipologie di scala.
In genere le piante quadre, a parità di diametro, sono più comode perché offrono un passaggio più ampio, hanno una superficie di appoggio maggiore e si adattano meglio agli spazi angolari. In sintesi la chiocciola a pianta quadrata è la soluzione migliore in caso di spazi ridotti o installazioni fra due o tre muri. In questo caso fra l’altro è possibile sfruttare i muri come parapetto evitando di installare la ringhiera con un conseguente guadagno di spazio e risparmio economico.
E se devo salire su un soppalco o un solaio libero?
Va bene, allora perché dovrei scegliere una chioccola a pianta tonda. Banalmente perché è più bella. Questo tipo di chiocciola dà il meglio di sé in spazi più ampi e in libere installazioni, come i soppalchi e i solai aperti. Le sue linee infatti risultano decisamente più aggraziate rispetto alla versione quadrata.
Di quanti gradini la devo fare?
Il numero di gradini dipende dall’altezza totale (HT) che devi raggiungere. Una misura che comprende anche lo spessore del solaio del piano di arrivo e che va calcolata dal pavimento di partenza a quello di arrivo.
Detto questo, è sempre possibile coprire questa distanza con un numero maggiore o minore di gradini. Di solito 1/2 in più o in meno. Tutto dipende dall’altezza fra i gradini (alzata) che si sceglie. Attenzione però che più gradini vuol dire una scala più comoda, ma anche più ingombrante e costosa.
Cosa faccio se il primo gradino è in corrispondenza di un muro, di una finestra o un termosifone?
Bisogna spostarlo, perché non c’è spazio sufficiente per salire o questo è veramente minimo.
Una soluzione è proprio giocare con il numero di gradini. Questo valore infatti incide sulla posizione del primo gradino ed è quindi possibile aumentare o diminuire il numero totale per farlo slittare quanto basta per liberare il passaggio. Quando si definisce il numero di gradini ricordate quindi di considerare anche questo aspetto.
Una soluzione alternativa potrebbe essere invertire il senso di rotazione della scala oppure spostare il pianerottolo.
Meglio una ringhiera fissata sul gradino o una di lato?
Al di là dell’aspetto estetico, dipende dallo spazio a disposizione. Sì, perché quello che cambia è l’ingombro complessivo e lo spazio utile di passaggio.
Ringhiere fissate sul gradino sono più indicate in caso di spazi ridotti, perché non incidono sull’ingombro totale della scala. Quelle fissate di lato invece sono consigliate per spazi più ampi, dato che hanno l’indubbio vantaggio di lasciare più spazio libero a chi la percorre, ma aumentano l’ingombro complessivo della scala.
Io pensavo di farla in ferro e legno, si può fare?
Certo, anzi questa versione della scala a chiocciola ormai è praticamente un classico. Va detto però che negli ultimi anni si è cercato di andare oltre l’abbinamento ferro e legno, alla ricerca di effetti più contemporanei o di uno stile universale, in grado di dialogare con arredi dallo spiccato contenuto di design. La ricerca si è concentrata in modo particolare sull’elemento gradino. Se il legno è sempre una scelta che dà calore, i materiali che hanno trovato maggior successo sono il vetro e il metallo, acciaio, lamiera o ferro con effetti davvero strabilianti.
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